Come dicevo nella presentazione, se qualcuno ha avuto voglia di leggerla (:P), ultimamente mi sto avvicinando al genere thriller che ho cominciato ad apprezzare solo da qualche mese a questa parte. Questo sicuramente perché, ahimé, ho sottovalutato la categoria. Fra i primi testi che ho acquistato, c’è L’uomo che Voleva Uccidermi di Yoshida Shuichi, un noir pubblicato da Universale Economica Feltrinelli.

Come preannuncia il titolo, la storia parla dell’omicidio di una ragazza di nome Yoshino, il cui cadavere viene rinvenuto nei pressi dell’inquietante valico di Mitsuse. Dalle primissime indagini emerge che la sera prima, dopo aver salutato le amiche, Yoshino doveva incontrarsi con un uomo contattato su un sito per incontri nel parco di Fukuoka. Quando gli investigatori cercano di far chiarezze sulle vicende che hanno portato alla sua morte, risulta evidente quanto poco si conoscesse la verità dei fatti che si nascondeva dietro alla sfacciataggine della giovane.
Il racconto, per quanto appartenga al genere dell’investigazione, più che cercare di capire cosa è successo alla protagonista, vuole esaminare una per una la psicologia dei personaggi, in particolare quella di Yoshino e di Yuichi, ragazzo introverso e tormentato. Ogni singolo individuo vive un’alienazione tanto profonda, da renderlo isolato anche quando interagisce con i familiari o amici. Si vive di apparenze e superficialità, non tanto perché si bada all’esteriore, ma quanto perché non ci si sente capiti. Ognuno recita la sua parte: la ragazza intraprendente e sicura di sé, l’amica ingenua, la sorella materna, l’uomo gradasso e tutto d’un pezzo, il ragazzo insicuro…ma dentro queste figure stereotipate, l’autore inserisce una serie di motivazioni che li fanno diventare complessi. Per quanto mi sia piaciuto il tentativo di non rendere statica la successione di eventi che porta alla resa dei conti finale, con relativa conclusione dell’indagine, alla fine la storia scade in un romanzo psicologico più che per il genere in cui è classificato. Per me è un 3,5 su 5.
ATTENZIONE QUESTO PARAGRAFO CONTIENE SPOILER! PASSATE OLTRE SE NON AVETE LETTO IL LIBRO! Ciò che non ho apprezzato per niente è il finale scontatissimo. Fin dall’inizio l’autore ci induce a pensare che l’assassino sia Yuichi e fin lì ancora mi dicevo “Sicuramente è la solita tattica del farti credere che sia quello il criminale, in realtà sul finale la situazione si ribalterà!”. E così sicura fino alla fine, tanto che ad un certo punto è stato proprio questo presupposto a spingermi a finirlo. Quando poi ho capito che effettivamente l’assassino era proprio quello, mi è sembrato che la storia stessa cercasse di prendere tempo in attesa dell’inevitabile. In pratica è un romanzo che non vuole indagare il chi e come, ma semmai il perché facendo diventare una vittima lo stesso omicida, che altro non è che un ragazzo estremamente infelice. Capisco il desiderio di non banalizzare un atto così cruento, ma soffermarsi su questo a discapito dell’intera trama, anche no.
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Grazie per la lettura 🙂
“Anche per questo, forse, Sari si sentiva sempre un po’ nervosa quando era da sola con Yoshino. Con Mako era sempre lei la protagonista, mentre se c’era Yoshino si sentiva un po’ a disagio, come se stesse indossando delle imitazioni di marchi di lusso.” L’uomo che Voleva Uccidermi, Yoshida Shuichi