Diversi anni fa una mia cara amica mi diede un pacchettino regalo e quando lo scartai mi resi conto che si trattava di un libro. Fare questo genere di regali è sempre un terno all’otto, poiché esistono numerosi generi letterari e anche se diversi libri fanno parte di uno stesso, raccontano storie completamente diverse che non sempre vengono apprezzate. Lei, con questo titolo, ci ha azzeccato direi! Il libro si intitola Margherita Dolcevita, di Stefano Benni, uno dei più divertenti che mi sia capitato di leggere.

Margherita è una ragazzina grassoccia, solare e molto intelligente. Descrive il mondo e le persone con spiccata ironia e accoglie con affetto le stramberie della sua famiglia (spettacolare la descrizione dei genitori e dei fratelli). Un giorno vicino a loro, compare un cubo di vetro con giardino sintetico: la dimora della famiglia Del Bene. Il loro incantesimo di elogio al consumismo e all’ideale di perfezione, coinvolge tutta la famiglia di Margherita, lei compresa, anche se comincia a nutrire dei sospetti nei loro confronti. Dunque, come già anticipato, si tratta di un romanzo divertente, ironico, spiritoso in pieno stile Benni. Sarà che ho rivisto molto me stessa a 13 anni nella descrizione di Margherita, ma questa ragazzina mi ha proprio conquistato. Per non parlare poi delle risate che mi sono fatta leggendo il libro, i suoi commenti, i suoi pensieri e anche le sue descrizioni. Fantastico, 4 su 5! Non un voto pieno perché non ho apprezzato il finale, anche se contiene una sua morale. In ogni caso consiglierei la lettura, soprattutto ai più giovani.
ATTENZIONE SPOILER IN QUESTO PARAGRAFO!!! Come dicevo, il ritmo allegro della narrazione ci accompagna dalle prime pagine, per trasformarsi in un’angoscia fantascientifica e assurda sul finale. Davvero, per me sarebbe stato il top se anche quello avesse preso le fattezze del resto del libro, ma evidentemente l’autore voleva arrivare ad un punto, dirci qualcosa. Perché un conto è descrivere con ironia le assurdità contemporanee, un conto è lasciare una morale. Ma secondo me, l’ironica critica sottesa alla storia si poteva cogliere benissimo anche senza un finale negativo, per nulla coperto dalla positività di Margherita. E’ evidente il messaggio che Benni cerca di dare alle generazioni di oggi: una società in preda al consumismo, che col suo progresso ci rende sempre più prigionieri in realtà sintetiche e alienanti destinate ad autodistruggersi. Concordo in parte, ma lasciatemi l’allegria di Margherita.
Vi ringrazio per aver letto l’articolo, vi auguro una buona lettura del libro 🙂
“I miei genitori mi hanno chiamato Margherita, ma io amo essere chiamata Maga o Maghetta. I miei compagni di scuola, ironizzando sul fatto che non sono proprio snella, a volte mi chiamano Megarita; mio nonno, che è un po’ arteriosclerotico, mi chiama Margheritina, ma a volte anche Mariella, Marisella oppure Venusta, che era sua sorella. Ma soprattutto, quando sono allegra mi chiama Margherita Dolcevita.” Margherita Dolcevita, S.Benni
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