La donna silenziosa – D. Howells

Già dal titolo questo libro attira subito l’attenzione, come preludio di un thriller mozzafiato e infatti non si è smentito con la lettura. Si tratta de La Donna Silenziosa, romanzo d’esordio di Debbie Howells.

Ci troviamo in una cittadina relativamente piccola, dove gli abitanti si conoscono uno per uno e la vita sembra idilliaca. Questo fino a quando non scompare Rosie Anderson, una ragazza di diciotto anni, sconvolgendo tutti, soprattutto la giardiniera Kate che la conosceva molto bene e non riesce a capacitarsi di come qualcuno possa aver fatto del male ad una ragazza tanto dolce e bella, proveniente per altro da una famiglia amorevole. Queste sono le premesse di un thriller psicologico interessante fino all’ultima pagina, perché man mano che si prosegue con la storia ci si rende conto che niente è mai come sembra e le certezze che si fa anche il lettore, possono crollare da un capitolo all’altro come fossero fatte di cristallo che va in pezzi. Il finale poi è stata la ciliegina sulla torta, anche se ho trovato alcuni punti della trama che poco mi sono piaciuti, come dei veri buchi o il ritmo troppo lento in alcuni frangenti. Per me è un 3 su 5 e consiglio comunque di leggerlo perché per essere un thriller di esordio, nel complesso ha una bella storia che fa riflettere.

ATTENZIONE SPOILER IN QUESTO PARAGRAFO!!!! Per spiegare meglio i punti di debolezza, non posso fare a meno di spoilerare la trama. Prima di tutto trovo che nel corso della storia ci siano dei buchi assurdi e delle questioni piantate lì senza un perché. Alcuni personaggi fondamentali nel corso delle vicende, all’improvviso sono tagliati fuori dalla scena, come per esempio Alex, il fidanzato di Rosie, che per gran parte del libro non si sa dove sia finito. Inoltre mi sorgono alcune domande su un’indagine che sembra anche peggio dei Ris delle cronache italiane: nessuno ha interrogato Delphine, la sorella minore? Chiunque noterebbe che quella ragazzina ha dei seri disagi psicologici, ma sembra che la polizia nemmeno se ne accorga. Nessuno indaga nemmeno sul passato della madre Joanna o del padre Neal. Qualche scoop viene riportato dai giornali, ma tutti gli elementi chiave utili per svolgere l’indagine non vengono nemmeno presi in considerazione dalla polizia. In pratica ho notato che il ruolo di questi ultimi è più che marginale, diventano un’ombra che compare solo quando l’ingenua Kate porta qualche indizio. E parliamoci chiaro, non è che la protagonista sia un segugio eh; a volte sembra che la sua ingenuità sia così forzata che sembra quasi stupida. E infine, chi sarebbe la donna silenziosa? Rosie? o Joanna? C’è un tentativo da parte dell’autrice di rendere anche Rosie protagonista, ma secondo me senza successo, perché se all’inizio era carina e originale l’idea di riportare le sensazioni della ragazza nei suoi ultimi istanti di vita, poi diventa del tutto sconnesso il suo vagare nel passato della madre. E’ un fantasma che viaggia nel tempo o vive nel presente? Non si capisce. Le protagoniste alla fine sono senz’altro Kate e Joanna, non certo Rosie e non so se fosse questo il tentativo di Debbie.

Grazie per la lettura dell’articolo, vi auguro una buona lettura del libro 🙂

“Una cosa che ho imparato è che il dolore si manifesta in modi diversi per ciascuno di noi. Assume parecchie forme. Il paese è ammutolito e tutti hanno chiuso le porte, come per lasciare fuori anche il male. Ho imparato che un volto assente o un sorriso flebile sono capaci di nascondere la più profonda e intima agonia.” La Donna Silenziosa, D. Howells

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