Il best seller che vi propongo questo mese è un romanzo di esordio un pochino datato, ma certamente degno di essere riportato alla luce per il profondo significato dietro alla storia narrata. Si tratta de La Solitudine dei Numeri Primi di Paolo Giordano.

I protagonisti sono due: Alice e Mattia, entrambi segnati da un evento traumatico accaduto durante l’infanzia, che li accompagna come un marchio col fuoco per il resto della loro vita, soprattutto in ambito emotivo. Li vediamo crescere e cercare di costruirsi una vita, ma i loro destini si incrociano senza farli toccare, come due numeri primi separati da un numero pari, tanto vicini ma mai abbastanza. Diciamo che questo lo considero come uno di quei romanzi che ti fanno scoprire un talento, fino a prima magari rimasto celato. Un libro che si è guadagnato ampiamente il titolo di best seller, tradotto in 40 lingue, insomma un successo. Ma perché? Secondo me è la storia di questo amore impossibile a renderlo unico, come voler spiegare un concetto matematico nei sentimenti, due anime legate dalla sofferenza, ma incapaci di unirsi. L’autore ci fa conoscere e apprezzare i protagonisti, gli stessi che gli altri personaggi non riescono proprio a capire, e facciamo il tifo per loro fino all’ultima pagina. Per me è un 4 su 5, considerato anche lo stile di narrazione semplice e per nulla prolisso.
ATTENZIONE SPOILER IN QUESTO PARAGRAFO!! La riflessione che mi viene da fare considerando questa storia, è che a volte nella vita esistono delle sofferenze capaci solo di isolarci dagli altri, convinti che nessuno potrebbe mai capire. La vergogna e il forte senso di colpa costringono a celare per sé pensieri e sentimenti che a volte sfociano nell’autolesionismo. Alice e Mattia ne sono un esempio, lampante, ma per quanto si reputino simili, non riescono mai ad incontrarsi, nemmeno alla fine. Questo a mio avviso, perché l’uno vede nell’altra la proiezione di se stesso e fa troppo male guardare in faccia la propria realtà. Nel libro sembra che i protagonisti tentino di ricostruirsi una vita, ma appare più come un lasciarsi guidare passivamente dal corso degli eventi, difatti non si può dire che raggiungano una sorta di serenità, non superano nemmeno i loro traumi. Rimangono semplicemente sospesi nel limbo della loro angoscia, due numeri soli in mezzo ad una sequenza infinita…
Una nota di demerito va al film che hanno tratto dal romanzo: terribile! Si tratta di una successione disordinata di episodi di vita di Alice e Mattia, senza nessun senso logico, rendendo quasi impossibile capire la trama, soprattutto per chi non ha letto il libro. Le interpretazioni mi sono molto piaciute, così come il finale sospeso che ricorda quello originale, ma per il resto non mi sono sentita di consigliarlo.
Grazie per aver letto l’articolo, vi auguro una buona lettura del libro 🙂
“Nel corso di una cena faceva sparire almeno tre tovaglioli pieni nelle tasche della tuta. Prima di lavarsi i denti li svuotava nel gabinetto e guardava tutti quei pezzetti di cibo ruotare verso lo scarico. Con soddisfazione si passava una mano sullo stomaco e lo sentiva vuoto e pulito come un vaso di cristallo.” La Solitudine dei Numeri Primi, P. Giordano