La tetralogia dei Libri Dimenticati

Per la prima volta ho deciso di presentare, come best seller, una celebre saga spagnola che ha abbracciato diversi anni di ambientazione, attraverso intrighi, racconti contorti e personaggi pittoreschi, terminata pochi anni fa con l’ultimo volume. Si tratta dei libri che appartengono alle serie del Cimitero dei Libri Dimenticati di Carlos Ruiz Zafòn: L’Ombra del Vento, Il Gioco dell’Angelo, Il Prigioniero del Cielo e Il Labirinto degli Spiriti.

Ho cominciato a leggerli quando ero un’adolescente, assegnati come compito delle vacanze estive dall’insegnante di italiano e da allora, mi sono appassionata alle vicende della famiglia Sempere. Intorno a questa libreria, attività di famiglia da sempre, in una Barcellona descritta alla perfezione con caratteri sinistri e surreali allo stesso tempo, si districano le storie di diversi personaggi partendo dagli anni ’20 del secolo scorso, fino ai giorni nostri. Il primo protagonista è Daniel Sempere che nel 1945 viene portato dal padre in un luogo nascosto chiamato Cimitero dei Libri Dimenticati, dove si trovano migliaia di volumi al riparo dall’oblio e pronti per essere scelti da chi se ne prenderà cura per il resto della sua vita. Ma il ragazzo, all’epoca undicenne, sceglie un manoscritto “maledetto” che cambierà la sua vita per sempre perché le vicende narrate in quel passato contorto, troveranno parallelismi nel suo presente. Dopo L’Ombra del Vento, con Il Gioco dell’Angelo, torniamo indietro nel tempo, prima che Daniel entrasse in scena, per conoscere l’infelice storia di David Martìn, autore maledetto che molti definiranno pazzo a causa del suo presunto rapporto con questa figura misteriosa chiamata Corelli. Nel terzo volume, Il Prigioniero del Cielo, scopriamo il passato burrascoso del mitico Fermìn e i motivi del suo terrore per il terribile Fuméro, una vicenda che coinvolge lo stesso Martìn e altri autori dal destino infausto, racchiusi in un luogo di prigionia remoto e dimenticato dal mondo. Infine, il tutto termina e trova risposte ne Il Labirinto degli Spiriti dove le storie dei tre volumi precedenti si intrecciano per trovare ciascuno la propria conclusione, un epilogo che coinvolga tutti, anche nuovi personaggi, e dia risposte a domande che risalgono ad anni addietro.

Questa tetralogia, secondo me, è stata davvero appassionante e un libro tira l’altro, davvero. Zafòn ha la capacità di creare numerosi personaggi molto complessi, che evolvono nel corso della storia, che vivono vicende che si intrecciano fra loro in maniera esemplare, nel quale ogni dettaglio non è mai fine a se stesso, ad eccezione di alcuni episodi che secondo me potevano essere evitati, ma comunque la mestrìa con il quale unisce i destini delle persone, fa perdonare le sporadiche note stonate. Per me è un 4 su 5.

ATTENZIONE, SPOILER IN QUESTO PARAGRAFO!!! Mi ricordo che al liceo una professoressa, parlando delle motivazioni per le quali non amava gli scritti di questo autore, diceva che secondo lei a tratti le sembrava che allungasse il brodo per aumentare il numero delle pagine. La pulce è entrata nell’orecchio e ho cominciato anche io a farci caso: le storie, seppur interessanti, a volte contengono episodi che non servono a niente e riempiono interi capitoli, come l’incontro tra Martìn e Chloé nel secondo volume, che ancora non ho capito. Un altro punto è che, quando si scrivono vicende che si estendono per tanti anni e con numerosi personaggi, a volte è difficile mantenere una logica costante. Nel secondo volume, il più triste a mio avviso, il cuore di David Martìn appartiene a Christina, considerando l’assistente Isabella come una ragazzina che si è presa una cotta per lui e per la quale manifesta un atteggiamento affettuoso e paternalistico. Successivamente la storia cambia, Christina non si sente nemmeno più nominare, neanche per quanto riguarda il finale de Il Gioco dell’Angelo che la vedeva bambina affidata alle cure di Martìn, come maledizione di Corelli. A quanto pare Isabella e David hanno avuto una relazione e lo stesso Daniel sembra sia il figlio del celebre autore. Non so, mi sembra un cambiamento dell’ultimo volume per arricchire la trama. Stessa cosa per quanto riguarda il destino di Fermìn che prima succede ad Isaac dopo che questo muore, poi in realtà è stato lui stesso a cedergli il posto. Si sa che ha avuto 4 figli da L’Ombra del Vento, ma poi la sua famiglia prosegue la sua vita nel mistero. Altra cosa, ma quanto vive sto Julian Carax? 200 anni? Dopo 3 generazioni INIZIA ad invecchiare, aiutando l’ultimo erede Sempere a scrivere questa saga…Wow, auguri! Tutto sommato, parliamo sempre di inezie se pensiamo all’imponente lavoro di scrittura che c’è stato dietro.

Mi rendo conto che questo articolo può essere considerato più confusionario degli altri, ma la mole di argomenti era grande e non potevo parlare di un volume senza citare gli altri. Ho cercato di scrivere in maniera sintetica il mio punto di vista. Il mio preferito è stato Il Labirinto degli Spiriti, un po’ perché ricco di colpi di scena, un po’ perché per la prima volta abbiamo una protagonista donna non succube di qualcuno o povera vittima, o inutile, ma piena di carattere che sa il fatto suo, astuta e senza paura. Ma il personaggio migliore per me resta Fermìn, divertente, ironico e per questo, secondo me, il più difficile da descrivere.

Vi ringrazio per aver letto l’articolo, per chi non l’avesse ancora fatto, vi auguro anche una buona lettura dei libri 🙂

“Il tempo, comprese, fluisce sempre con velocità inversa alla necessità di chi lo vive.” Il Labirinto degli Spiriti, C. R. Zafòn