Le sorelle – C. Douglas

Un altro thriller questo mese, un romanzo di esordio scritto da una giornalista inglese, venduto nelle librerie italiane in uno di quegli scaffali dove mettono una serie di titoli misconosciuti a pochissimo prezzo. Ed è un vero peccato, perché questo libro sa il fatto suo. Si tratta de Le Sorelle di Claire Douglas.

La storia parla di Abi, una ragazza che ha perso da poco più di un anno la sorella gemella Lucy e le sembra di vederla ovunque. Nella speranza di mitigare il suo dolore, ha tagliato i ponti con amici e famiglia, trasferendosi in una nuova città, ma la cosa non ha funzionato e passa le sue giornate come uno zombie. Un giorno incontra per strada una ragazza che distribuisce volantini, identica a Lucy, di nome Beatrice che, comprendendo il suo dolore, essendo a sua volta gemella, decide di accoglierla in casa. Non appena Abi conosce suo fratello Ben, si innamora, ma qualcosa non va perché qualcuno sembra minacciarla facendo sparire i suoi oggetti dalla camera e strappando le sue foto. Forse qualcuno è geloso o ha scoperto il suo segreto?

Devo ammettere che è stato uno dei pochi romanzi che mi ha tenuta incollata fin dalle prime pagine. Si capisce fin dall’inizio che qualcosa non va: sembra tutto fin troppo bello e costruito a partire dall’incontro con Beatrice. I colpi di scena avvengono uno dietro l’altro e quando si pensa di aver capito la situazione, in realtà succede qualcosa che ribalta tutto. Fino alla fine si dubita persino della stessa protagonista, chiedendosi da quale parte sia giusto schierarsi, poiché la scrittrice alterna il punto di vista di Abi a quello di Beatrice, pur presentando quest’ultimo in terza persona. Ho trovato la scrittrice un po’ mancante nella caratterizzazione dei personaggi, dal momento che sembrano quasi tutti uguali, ma ci si passa sopra vista la storia. Consigliato con un 4 su 5!

ATTENZIONE: SPOILER IN QUESTO PARAGRAFO!!! Il tema principale di tutto il libro è senz’altro il rapporto speciale che lega i gemelli, a tratti considerato inquietante e incomprensibile. Viene presentato sia in versione “socialmente accettabile” che in versione patologica, come un’analisi psicologica messa a confronto. Inoltre, ho trovato questo libro interessante anche perché offre un ottimo spunto di riflessione dando al lettore una fine, che non è il classico happy ending che una persona potrebbe aspettarsi. Fra l’altro prima di raggiungere una sorta di epilogo, cominciamo a non capire più chi sia sociopatico e chi sia sincero. Colpo di scena, quello che sembrava più mite di tutti, alla fine era l’artefice di tanto caos! L’amaro in bocca che lascia il finale, comunque, rispecchia tristemente la realtà di oggi. Per quanto sia disgustoso e inconsueto che Beatrice abbia accettato di fare da amante al suo gemello Ben, al di là del loro legame parentale, si nota ancora una volta una donna che nonostante le violenze subite, tanto che sarebbe morta se Abi non l’avesse trovata incosciente, decide di perdonare “perché lo amo, perché è stressato, perché è colpa mia”. Una sorte, ahimé, ancora comune per tantissime che si lasciano trascinare nell’abisso dell’annullamento personale in favore di una mente contorta e malata, che manipola ogni aspetto della propria vita, togliendo il respiro. Ad un certo punto sembra quasi che Beatrice sia giustificata nel suo atteggiamento quando salvata da quella violenza, si rifugia dai genitori di Abi, ma decide non solo di non denunciare, in più la mattina dopo corre da lui come un cane bastonato, in nome di un amore che nessuno può capire. No, mi dispiace, non si può capire perché non è amore. Quindi, da una parte una donna sconfitta da sé stessa e dall’altra una Abi che trova una forza che non sapeva di avere, probabilmente ereditata dalla sorella defunta, e lascia questo tragico episodio alle sue spalle per riprendere la sua vita, da dove l’aveva lasciata. Quello che non ho capito è perché non abbia denunciato lei, invece.

Concludo dicendo che in questo libro ci sono fin troppe biondine con caschetto, magre e bellissime (Lucy, Abi, Beatrice e Ingrid) e ragazzi alti, palestrati e bellocci che rispondono alla stessa descrizione (Ben, Luke e Callum). Quando si dice la fantasia…

Grazie per aver letto l’articolo, vi auguro una buona lettura del libro 🙂

“Odio il modo in cui mi guardano, con un misto di pietà e imbarazzo, preoccupati che io possa scoppiare a piangere da un momento all’altro. Di solito segue un istante di silenzio, poi abbassano gli occhi e si guardano le scarpe o le mani, qualsiasi cosa pur di non dover guardare me. Bofonchiano qualcosa sul fatto che gli dispiace tanto e poi cambiano argomento, lasciandomi col dubbio di aver commesso un enorme passo falso a parlare della morte di mia sorella. ” Le Sorelle, C. Douglas

Cacciatori di mammut – S.V. Pkrovskij

Con questo, siamo alla terza proposta di una delle collane più famose e temute durante le nostre estati di più di una quindicina di anni fa, quando eravamo ancora bambini e le maestre ci assegnavano il lunghissimo eserciziario per “ripassare” con libro annesso.

Il titolo di questo mese è adatto per bambini di classe terza, quindi intorno agli 8/9 anni minimo, e si intitola Cacciatori di Mammut di S.V. Pkrovskij. Ammetto di non averlo mai letto fino a qualche giorno fa, snobbandolo per anni insieme a tutti gli altri fratellini della stessa collana. Inoltre, si trattava di un testo assegnato a mio fratello, perciò, vista la sua agonia nel doverlo studiare per le interrogazioni, non mi sono preoccupata di indagare su quale fosse la sua storia. E invece, devo dire che ho fatto male perché si tratta di un racconto divertente e stranamente avvincente visto il target a cui si riferisce (lo sappiamo tutti che la maggior parte dei libri assegnati insieme agli eserciziari sono noiosi :P). Insomma, qual è la trama?

Ci troviamo indietro nel tempo di 20.000 anni, in un villaggio di uomini primitivi fra i quali spiccano alcuni nomi di cacciatori come Nasodilupo, Aò e Ulla (evidentemente corrispettivi dei nomi odierni Mario, Alessandro e Leonardo) facenti parte della tribù delle Volpi Rosse. I loro vicini e amici sono le Volpi Argentate. Insieme cacciano mammut, quando disponibili, e fanno banchetti, fra danze di dubbio gusto e mangiate abbondanti degne di essere paragonate ai mega cenoni festivi con i miei parenti. Sopra di loro, tuttavia, incombe l’ombra del potente stregone Kaolu, un personaggio che dalla descrizione sembra rimasto ancora a qualche stadio precedente di evoluzione, fra la scimmia e l’Homo Erectus, che vive con le sua numerosa famiglia in disparte dopo essere stato cacciato dal villaggio, minacciando tutti di maledizioni se non riceve i suoi omaggi.

Vi dirò, per quanto la storia sia proposta a dei bambini, risulta essere interessante anche per gli adulti. Un libro scorrevole che si legge in un pomeriggio, capace di presentare in maniera divertente la vita degli uomini delle caverne, data la minuziosa descrizione di come adoperavano i loro strumenti, i rituali che accompagnavano i momenti più importanti della loro vita e i rapporti sociali. Un po’ frettoloso il finale, ma tutto sommato non rovina niente, quindi va bene così. Direi che si merita un 4 su 5.

Fra l’altro su Amazon lo potete trovare in formato E-Book gratuitamente.

Intanto vi ringrazio per aver letto l’articolo, vi auguro una buona lettura del libro 🙂

“I cacciatori si inginocchiarono davanti alla piccola statua bianca. Così si sentivano al sicuro, perché li difendeva la potenza magica della Madre delle Madri, protettrice del loro villaggio, colei che scagliava potenti maledizioni sulle forze nemiche, l’invisibile compagna delle cacce pericolose.” Cacciatori di Mammut, S. V. Pokrovskij

Gomorra – R. Saviano

Apriamo questo mese con un libro rimasto in vetta alle classifiche dei best sellers per diverse settimane, vendendo, ad oggi, circa 10 milioni di copie in tutto il mondo. Non si tratta di una storia, ma di una denuncia vera e propria nei confronti di un mondo oscuro che si cela dietro la parola “mafia” intesa in senso generale. Sto parlando di Gomorra, scritto da Roberto Saviano.

“Il libro racconta il potere della Camorra, la sua affermazione economica e finanziaria e la sua potenza militare, la sua metamorfosi in comitato d’affari. Una scrittura in prima persona fatta dal luogo degli agguati, nei negozi e nelle fabbriche dei clan, raccogliendo testimonianze e leggende. La storia parte dalla guerra di Secondigliano, dall’ascesa del gruppo Di Lauro al conflitto interno che ha generato 80 morti in poco più di un mese. Una narrazione-reportage che svela i misteri del “Sistema” (così gli affiliati parlano della camorra, termine che nessuno più usa), di un’organizzazione poco conosciuta, creduta sconfitta e che nel silenzio è diventata potentissima superando Cosa Nostra per numero di affiliati e giro d’affari.” da Amazon

Se ci si aggira per i siti di compravendita dei libri, senz’altro noterete che le recensioni sono per la maggior parte entusiaste e non è certo un caso se ha fatto tanto successo anche all’estero. Da questa opera è stato addirittura tratto un film omonimo e una serie TV diventata molto popolare. Io vi dico sinceramente, che il libro non mi è piaciuto e, senza troppi giri di parole, il mio voto sarebbe 3 su 5 e spiego subito il perché.

Prima di ogni cosa, ci tengo a dire che ho apprezzato moltissimo il coraggio dell’autore nel voler affrontare una tematica così delicata che riguarda praticamente tutti, perché la Camorra non è certo una leggenda o un prodotto della fantascienza, ma si tratta di un sistema losco che opera di nascosto, prendendo radici nell’oscurità come un cancro sociale. Nessuno vuole parlarne oppure vuole ammettere il suo potere. Grazie a questo libro, guarderete molti aspetti della società in maniera differente: il mercato economico, la politica, la moda, persino Hollywood! Ciò che davvero ho trovato fastidioso è il modo in cui questi temi vengono trattati: una serie di episodi senza un nesso logico, un monologo filosofico lunghissimo nel quale si intrecciano il senso critico dell’autore con episodi reali tratti da atti processuali e indagini di polizia. Ciò che mi ricordo di questo libro sono sequenze sporadiche di argomenti diversi e non perché l’abbia letto diversi anni fa, ma già ai tempi ho fatto davvero fatica a finirlo. Avrei preferito una descrizione più giornalistica delle vicende, un occhio super partes con un inizio e una fine per ogni argomento, magari trattarne uno solo per capitolo, ma in maniera lineare e ordinata. Invece mi è sembrata una successione confusa “di cose”, sicuramente interessante e utile per capire, ma alla fine cosa rimane? Ho avuto come l’impressione che Saviano volesse esprimere tutto ciò che sapeva tutto d’un fiato, una miriade di informazioni senz’altro fondamentali, ma buttate giù prima che potessero acquisire un ordine.

Mi rendo conto che la mia critica riguarda solo la forma, per questo non mi sento di biasimare la popolarità che ne è conseguita dalla sua pubblicazione. Si tratta comunque di uno schiaffo in piena faccia per chiunque abbia ancora le fette di salame incollate sugli occhi. Ma io quando recensisco un libro, amo considerarlo sotto ogni suo aspetto e per me anche la forma ha la sua importanza, perché ritengo che, per quanto sia utile e importante ciò che hai da trasmettere, se lo fai in maniera “non ottimale” alla fine una parte si perde. In ogni caso lo consiglio, perché scritto bene o meno, tutti DEVONO SAPERE.

Vi ringrazio per aver letto l’articolo, vi auguro una buona lettura del libro 🙂

“C’è chi comanda le parole e chi comanda le cose. Tu devi capire chi comanda le cose, e fingere di credere a chi comanda le parole. Comanda veramente solo chi comanda le cose.” Gomorra, R. Saviano