Aggirandomi nella sezione dei libri per bambini e ragazzi, mi è capitato numerose volte di imbattermi in un titolo che non riusciva mai a catturare la mia attenzione al punto di prenderlo. Quando l’ho trovato anche a casa dei miei genitori, reperto archeologico rinvenuto durante gli scavi nei pressi della Camera dei Miei Fratelli, mi sono incuriosita soprattutto dopo aver letto la trama. Sto parlando di Wonder di R.J.Palacio.

Il protagonista del libro è il piccolo August “Auggie“, un bambino normale, ma che a causa di una rara malattia genetica che l’ha deformato e diversi interventi chirurgici facciali, si ritrova ad avere un viso fuori dal comune. Per 10 anni ha vissuto protetto dall’amore incondizionato della sua famiglia, studiando in casa, ma ora i genitori pensano che sia giunto il momento di integrarsi in una scuola, cominciando a frequentare dei coetanei. Per Auggie sarà una bella sfida: chi si siederà vicino a lui? chi lo guarderà davvero negli occhi? Riuscirà a farsi degli amici?
A detta della scrittrice, il romanzo nasce da un episodio personale che comunque viene inserito in qualche modo all’interno del romanzo, seppur cambiando protagonisti. Un giorno era seduta su una panchina con i suoi due figli e vide passare una bambina che aveva evidentemente la sindrome di Treacher-Collins, una rara malattia ereditaria che colpisce i tratti facciali, lasciando inalterato tutto il resto. La scrittrice racconta che, presa dal panico, si alzò di scatto e si allontanò di corsa con i figli, più che altro per evitare commenti a sproposito dal parte del più piccolo. Ma nel momento in cui si stava avviando, alle sue spalle sentì la voce della madre della bambina dire dolcemente che era ora di andare a casa. Insomma quella di August è una storia verosimile che nasce con l’intento, probabilmente, di sensibilizzare altre persone, soprattutto i ragazzi, per fargli comprendere che le apparenze non sono tutto. Dietro una facciata che può essere piacevole o meno, può nascondersi un mondo e una personalità più o meno profonda. Ciò che ho amato, oltre alla scrittura scorrevole, è il fatto che ha raccontato il mondo di Auggie anche attraverso altri punti di vista. Voto personale 5/5.

ATTENZIONE: SPOILER IN QUESTO PARAGRAFO!!! Non mi dilungo troppo perché non penso ci sia molto da dire in un libro che parla da sé e vale davvero la pena leggere. Ho molto apprezzato scoprire in maniera profonda anche i pensieri degli altri personaggi, una tecnica che ha “normalizzato” Auggie stesso, dal momento che scopriamo che nel mondo reale, chiunque purtroppo affronta situazioni difficili nella propria vita, più o meno gravi: Julian è ricco materialmente, ma povero di animo e con due genitori a dir poco ignoranti, Jack vive in un quartiere malfamato ed è molto povero, Miranda sta affrontando il divorzio dei genitori ed è costretta a vedere la madre che si lascia andare con l’alcool, Justin è vissuto come un peso in casa sua…insomma la lista è infinita. In tutto questo Auggie diventa un esempio di coraggio e forza d’animo, un bambino straordinariamente intelligente capace di affrontare situazioni difficili prendendole di petto e senza farsi sopraffare. E lui stesso alla fine si rende conto che tutti a proprio modo sono speciali e tutti meritano una standing ovation per come affrontano le difficoltà della vita.
Dallo stesso libro è stato tratto il film omonimo di Stephen Chbosky, non fedelissimo alla trama, ma comunque apprezzabile, con Owen Wilson (super adatto nel ruolo del padre giocherellone) e Julia Roberts nei panni della madre.
Vi ringrazio per aver letto l’articolo, vi auguro una buona lettura e visione di Wonder 🙂
“Via non mi considera normale. lei dice di sì, ma se non fossi normale non avrebbe tutto questo bisogno di proteggermi. Nemmeno mamma e papà mi considerano normale. Credo che l’unica persona al mondo che capisce quanto sono normale sono io.” Wonder, R.J.Palacio