Grandi classici: Il cavaliere inesistente

Italo Calvino. Quante volte a scuola ci è stato assegnato un libro di uno dei più celebri scrittori italiani, i cui romanzi si studiano ancora oggi e vengono letti da decine e decine di ragazzi. Fin da subito ho apprezzato il suo stile di scrittura, che trovavo scorrevole, per nulla pesante e comprensibile nonostante fossi appena adolescente.

Fra i libri che ho letto, oggi vi vorrei presentare Il Cavaliere Inesistente, giusto qualora ci fosse qualcuno ancora indeciso se leggerlo o no, oppure un adolescente che ha paura si tratti dell’ennesimo mattone noioso da leggere per forza. Il protagonista è Agilulfo, un cavaliere nobile, valoroso e paladino di Carlo Magno. Cos’ha di strano? Che non esiste. Ovvero, è solo un’armatura vuota che applica alla lettera i dettami della cavalleria, ma non può né mangiare, né dormire.

In una storia ai limiti dell’inverosimile, ambientata nel classico contesto medievale dove la superstizione si incrocia con fatti storici dando alla luce eventi assurdi, vediamo muoversi personaggi che ci trascinano in questa epica avventura. Al fianco di Agilulfo troviamo il giovane Rambaldo che parte in battaglia senza saperne una cicca di combattimento, ma nel suo cuore ha il desiderio di vendicare la morte del padre. Si innamora di Bradamante che lo snobba senza pietà, innamorata della perfezione del cavaliere inesistente. Ma più di tutti mi ricordo del vagabondo Gurdulù che vive imitando il mondo che gli sta intorno. Lui e il cavaliere sono l’uno l’antitesi dell’altro: l’uno non sa di non esistere, l’altro esiste, ma non sa di esistere. Un gioco di parole e significati che ho trovato fantastico e ironico. Una lettura che consiglio a tutti senz’altro, soprattutto ai bambini già dalle scuole medie, anche perché la lettura procede veloce e senza rendersene conto ci si ritrova alle ultime pagine. Voto 4/5.

Grazie per aver letto l’articolo 🙂

Julia Volta

“L’arte di scrivere storie sta nel saper tirare fuori da quel nulla che si è capito della vita tutto il resto; ma finita la pagina si riprende la vita e ci s’accorge che quel che si sapeva è proprio un nulla.” Il Cavaliere Inesistente, I. Calvino

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