Essendo domenica, oggi avrei dovuto dare degno riposo alla mia tastiera, oltre che ai miei occhi! A maggior ragione, avendo la mia gatta che continua a fissarmi con aria truce da sotto la sedia, mentre allunga una zampa per darmi una graffiata al braccio! Ma non potevo rischiare di far passare altri giorni senza recensire un libro appena finito: Tutto torna di Giulia Carcasi.

Cominciamo dalla trama: Diego è un professore universitario di Pisa che sta lavorando alla revisione di un vocabolario. Nella sua vita cataloga tutto, comprese le emozioni, un po’ come fa con le parole che chiude nei barattoli. Un giorno, durante uno dei suoi spostamenti tra Roma, dove abita, e Pisa, il treno si ferma in galleria per un guasto. Le luci si spengono e Diego sviene. Sarà la voce di Antonia a tirarlo fuori dallo stato di incoscienza. Fra loro nasce una storia d’amore che sembra perfetta, fino a quando non entra in scena la menzogna.
Un romanzo brevissimo, che si legge in un giorno se si è di luna buona (io ce ne ho messi due, tanto per dire). Le 120 pagine proseguono con un ritmo altalenante, un po’ a singhiozzi: frasi brevi, ripetizioni continue, descrizioni concise. Gli unici periodi lunghi sono quelli che contengono massime di vita, a volte non immediatamente comprensibili. Le vicende dei personaggi vengono catalogate in base al giorno in cui sono avvenute, in linea con la personalità di Diego, ma all’interno di un capitolo si possono saltare anni di vita nell’arco di due parole, lì per lì lasciando un po’ confusi.
Penso che questo stile di scrittura o si ama o si odia. Dal mio punto di vista, per quanto comprenda la logica di scelta, non l’ho apprezzato per niente. Procedere a singhiozzi non mi coinvolge abbastanza nella storia: preferisco una prosa più articolata, che mi fa addentrare dolcemente e costruisce un mondo di particolari. Così no, mi sembra una serie di appunti non finiti, una bozza di libro che potrebbe evolversi in una bellissima storia d’amore, ma rimane lì, a darsi solo una definizione come parole sul vocabolario. Senza contare che, con questo tipo di narrazione, i personaggi mi sono sembrati bidimensionali.
Le pagine scorrono perché semplicemente c’è poco da leggere, tutto qua. Quando l’ho finito non mi ha lasciato niente, solo l’esclamazione sul finale: due secondi di stupore e fine. Di solito, quando termino un romanzo ci penso per giorni, ma qui la mattina dopo già me lo stavo scordando.
E niente, il “prendi 2 a 9,90” non sempre va a nostro favore… =) Tuttavia, sarei curiosa di provare gli altri suoi successi: Io sono di legno e Ma le stelle quante sono.
Voto 2/5.
Julia
“Se qualcuno non sta al proprio posto, dopo vari aggiustamenti, quel posto verrà occupato da qualcun altro.” Tutto torna, G. Carcasi