Kitchen – B. Yoshimoto

Una degli scrittori che ero curiosa di leggere era proprio la giapponese Banana Yoshimoto, che ormai è diventata celebre anche in Italia da svariati anni, ma solo di recente ho preso in mano un suo romanzo per addentrarmi nello stile.

Ed ecco Kitchen, che ho scoperto essere stata la sua prima pubblicazione, risalente ai primi anni Novanta. Per altro è un romanzo distribuito da Feltrinelli, nella sezione di giovani ragazzi (quando si dice “non ti sfugge niente, eh!”).

Insomma, la trama è composta da due racconti, uno dei quali occupa la quasi totalità delle pagine, narrando di Mikage, una ragazza che, dopo la morte della nonna rimane sola al mondo. L’unico posto che fa la sentire al sicuro è la cucina, non importa quale o come sia messa, ma è l’unico luogo capace di rassicurarla.

Nelle ultime quaranta pagine del libro abbiamo invece Plenilunio, una storia che la Yoshimoto ha inserito nella tesi e che ricalca una leggenda giapponese, senza discostarsi dal tema centrale dell’intero romanzo, ovvero il lutto.

Sì, perché, nonostante la copertina in stile cartoonesco, molto colorata e ricca di dettagli, la dicitura rassicurante “per ragazzi” e un titolo che ricorda molto i ricettari della zia Peppina, la trama sembra più una lunga poesia che cerca di affrontare dolcemente la perdita di chi amiamo, chiunque esso sia, dal genitore al partner.

Ed è forse proprio questa la ragione per la quale non sono riuscita a simpatizzare del tutto, o comunque non mi sono sentita particolarmente coinvolta. È come se per tutta la lettura mi sia ritrovata in un limbo, aspettando una svolta significativa da un momento all’altro, quel punto in cui la storia prende una piega interessante. Invece no. Mi è sembrato di vedere un cielo plumbeo, pieno di nuvole grigie, in attesa di una tempesta che non è mai arrivata.

Leggendo le recensioni di altri utenti, ho notato che tanti fanno riferimento al shojo manga cercando di descrivere lo stile della Yoshimoto, ovvero una categoria che si rivolge ad un pubblico prettamente femminile, esponendo solitamente (ma non in via esclusiva) delle tematiche fortemente sentimentali. Non essendo un’appassionata del genere, onestamente su questo punto non saprei cosa dire. Vero è che le descrizioni ambientali mi hanno ricordato molto gli anime strappalacrime che ho visto su Netflix, così come i dialoghi e i personaggi.

Detto ciò, torno a ribadire che non ho apprezzato l’esposizione della storia. Sembra più un romanzo non compiuto, una serie di appunti che mai vengono pienamente sviluppati, imprimendosi nella pagina come tetri ricordi. Ad un certo punto ho cominciato a spazientirmi per il ritmo monotono e non vedevo l’ora di finire. A parte la morte non accade davvero nient’altro di rilevante, per questo non comprendo nemmeno il titolo: la questione della cucina come luogo rassicurante non viene approfondita come mi sarei aspettata.

Eppure, c’erano altre questioni interessanti su cui poteva vertere l’attenzione, come Eriko e la sua transizione, oppure il carattere dello stesso Yuichi, che sembra più un fantasma dalla personalità evanescente. Per altro, la sua storia d’amore è una delle più brutte e nonsense che abbia mai letto.

Di contro, Plenilunio l’ho apprezzato di più, anche se non posso gridare al capolavoro.

Concludo dicendo che tanti si sono lamentati dei finali tronchi, che danno l’idea di una storia inconcludente, caratteristica tipica dello stile letterario giapponese. Francamente la cosa non mi disturba affatto: a parer mio, sono altri i problemi di questo romanzo.

Voto finale 2.5/5.

Julia

“Felicità è anche non accorgersi che in realtà si è soli.” Kitchen, B. Yoshimoto

La corona contesa – E. Chadwick

Mi sono iscritta da pochi mesi al Club degli Editori e fra i primissimi libri del mese, c’era proprio quello di cui vi vado a parlare in questo articolo, ovvero La Corona Contesa di Elizabeth Chadwick, acquistato con un ottimo sconto rispetto al prezzo di copertina. Se vi interessa saperne di più, vi invito a leggere questo articolo, dove parlo del Circolo e di come funziona, dicendo chiaramente anche quali sono gli aspetti negativi del servizio.

Tornando al romanzo, si tratta di uno storico incentrato su Matilde d’Inghilterra, una delle figure femminili più influenti del suo tempo. Le vicende iniziano nel 1125, quando la moglie dell’imperatore del Sacro Romano Impero torna a Londra, dopo la morte del marito. Il padre Enrico I, non avendo più eredi maschi, le promette la successione al trono, ma prima deve sposare l’adolescente Goffredo V, figlio del Conte d’Angiò e nemico storico dei normanni. Matilde, in quanto donna, dovrà lottare con tutte le sue forze per far prevalere il suo diritto di regnare, soprattutto dopo la morte del re, dato che il cugino Stefano I si candida per usurparle il posto. Fra i pochissimi sostenitori c’è la matrigna Adeliza di Lovanio, che continuerà ad appoggiarla nonostante le sue seconde nozze la vedano al fianco di uno dei più fedeli servitori dello stesso Stefano. Ce la farà a raggiungere il suo scopo?

Mi ricordo che quando frequentavo le medie e il liceo, il periodo storico che consideravo più noioso in assoluto era proprio il Medioevo. Ma a quanto pare si tratta di un’opinione condivisa, leggendo in giro nel web, non tanto per l’epoca in sé, che ha sicuramente molti eventi interessanti su cui porre l’attenzione, ma per il modo in cui viene presentata.

Nonostante questa premessa e considerando la mia riluttanza in periodo adolescenziale nel prendere in considerazione alcune epoche della nostra storia (non solo quella medioevale), ho deciso di provare a recuperare leggendo romanzi storici seri. Uno di questi è stato Il Tiranno, dell’intramontabile Manfredi, che ho recensito qui.

La Corona Contesa l’ho trovato molto interessante, perché ci fa capire come fosse difficile per una donna far sentire la propria voce, nonostante si trattasse di un’imperatrice: persino coloro che le avevano prestato giuramento, decisero di voltarle le spalle una volta rimasta senza la protezione del padre regnante. Benché Stefano I si sia rivelato poi un sovrano incapace, che comprava letteralmente la fedeltà dei suoi sudditi, nessuno era disposto a cedere il posto alla legittima erede.

Matilde e Adeliza sono donne molto diverse fra loro, ma entrambe determinate a raggiungere i propri obiettivi. Mentre la prima, benché comunque religiosa, si affida alla propria razionalità, pianificando continuamente strategie tattiche migliori per spodestare il cugino, l’altra confida nella spiritualità per trovare conforto al dolore e un significato più profondo della propria esistenza. La determinazione con la quale portano avanti le lotte personali è davvero impressionante, a maggior ragione se consideriamo il contesto in cui sono nate.

Per quanto concerne lo studio dei documenti storici da parte dell’autrice, possiamo dire che risulta evidente anche leggendo le note finali (quelle che spesso vengono ignorate, purtroppo). Alcuni eventi sembrano incredibili, ma sono realmente accaduti, come la fuga di Matilde durante una bufera di neve; mentre altri sono stati ipotizzati dalla stessa Chadwick, dopo aver attentamente studiato il personaggio. In questo modo, anche la fine che fanno i protagonisti della storia, i loro rapporti con le persone e gli stessi dialoghi, acquisiscono una valenza più vicina al reale.

Se devo fare un piccolo appunto, ho avuto l’impressione che, invece, le scene intime siano state messe apposta per rendere il tutto più alla harmony, giusto perché quando si narra di romanzi storici, bisogna inserire la passion e il fuego dell’ammoor, altrimenti non susciterebbe lo stesso interesse.

Ah, qualcuno mi vuole spiegare cosa c’entra la biondona in copertina se Matilde viene descritta come una donna dai lunghi capelli scuri?!?!

Voto 4/5.

“Matilde la buona. Matilde l’imperatrice. Matilde la vedova senza figli. Quelle parole le si insinuavano nella mente come un rumore di passi in una cripta. Se fosse rimasta lì, avrebbero dovuto aggiungere ‘Matilde la monaca’ alla sua lista di titoli, e non aveva alcuna intenzione di ritirarsi nel chiostro.” La Corona Contesa, E.Chadwick

Club degli Editori: come funziona, pro e contro

Oggi vorrei parlarvi di un tema che spesso vedo comparire nei gruppi dei lettori su Facebook e per il quale ancora c’è molta confusione, nonostante si parli di un Circolo che opera da decenni.

Club degli Editori: cos’è

Partiamo dalle basi, ovvero di cosa sto parlando. Il Club degli Editori è il primo Club del libro italiano, nato nel 1960 con lo scopo di proporre i migliori titoli in ambito letterario, sia italiano che straniero.

Dal 2014 si unisce al Circolo per ottimizzare il servizio e offrire una vasta gamma di titoli narrativi e di saggistica, presentati con commenti, foto e riassunti in una rivista mensile chiamata Il Circolo Letterario, contenente 150 proposte divise per categorie.

Cercando sul Web questi nomi, molti saranno incappati nel termine Mondolibri. Non si tratta di un errore, poiché entrambi fanno parte di questa società per azioni, che a sua volta appartiene ad Arnoldo Mondadori Editore (che al mercato mio padre comprò 😛 ).

Dunque, come ho già accennato, quello che fa il Club degli Editori è proporre ogni mese 150 titoli consultabili nella rivista Il Circolo Letterario, con offerte esclusive che vanno da un minimo del 20% fino al 70% rispetto al prezzo di copertina.

Aspettate! Prima che corriate a cercare questa rivista, lasciate che vi spieghi come funziona il tutto. Eh sì, perché non si tratta di un elenco consultabile in edicola, ma è una chicca esclusiva per i soci che ne fanno parte.

Adesso vi starete immaginando gente vestita con abiti griffati, che sorseggia liquori invecchiati più della mia cara nonna, mentre discute placidamente dei titoli appena letti, in un salotto con mobili stile anni ’60 che puzza di cera e muffa.

Insomma, come funziona il Club degli Editori?

Allora, è molto semplice. Come ho già detto, solo gli associati ricevono a casa la rivista con le proposte letterarie e possono acquistare i libri con offerte esclusive. E qui la domanda: come si diventa soci? Bisogna pagare?

Prima di tutto, vi avviso che attualmente è in corso un’offerta molto allettante (ed è il motivo per il quale ho scelto di iscrivermi mesi fa). In pratica, collegandovi a questa pagina, vedrete un elenco di titoli ad €1,00. Si tratta di un’offerta riservata alle nuove “reclute”. Da questo elenco potete scegliere tre titoli di vostro gradimento, che si aggiungeranno ad un libro in omaggio che fornisce lo stesso Club. Attualmente è Olive, ancora lei di Elisabeth Strout.

Dunque, 3 libri a scelta dall’elenco + quello in omaggio come pacchetto di benvenuto. Mica male, vero? Dopo aver inserito i 3 titoli nel carrello, sarete indirizzati nella pagina del totale dell’ordine, dove chiaramente sono richiesti i dati personali per spedirlo, il metodo di pagamento e l’accettazione delle clausole del servizio.

È previsto un costo di spedizione di €2,99. NON È UNA SPEDIZIONE TRACCIATA. Ve lo dico subito, prima che contattiate per chiedere dove si trovi il pacco e perché non arriva in due giorni, come siete abituati con Amazon.

Ora fate parte del Club!

Attenzione! È vero che non si paga l’iscrizione, ma per rimanere soci bisogna garantire un minimo d’ordine annuale. Ovvero, NEL PRIMO ANNO si richiede un acquisto minimo di 4 libri. DAL SECONDO ANNO in poi, ne bastano solo due.

Okay sono socio, ma ora?

Adesso potrete ricevere ogni mese la rivista Il Circolo Letterario con le 150 proposte divise per genere.

Ricordate: ogni mese ci sono i cosiddetti “libri del mese”, che possono essere 1 o 2. Sono proposte particolari che il Club mette in prima pagina e dà per scontato che voi ne siate interessati. Cosa vuol dire? Che se non dite niente, vi verranno recapitati a casa e dovrete pagarli, oppure rispedirli indietro a vostre spese.

Calma, niente panico!

Dunque, per prima cosa vi dico che la rivista è consultabile anche online, accedendo con le vostre credenziali. Quando vi siete registrati tramite l’offerta di benvenuto, avrete sicuramente ricevuto la conferma via mail, con un codice di associato e le istruzioni per creare una password. È una cosa che può richiedere anche alcuni giorni, perciò se non avete ricevuto subito la mail, aspettate ancora un po’ oppure controllate in altre cartelle, come la Spam o Offerte.

Una volta entrati nel sito, vedrete che è possibile consultare la rivista in formato pdf, indipendentemente dal fatto che vi sia già arrivata a casa. Sopra il link, sempre sulla destra, sono indicate le proposte del mese e la data entro il quale disdirle (di solito è intorno al 25-27 del mese). Cliccando sul titolo potete leggere la trama e altre informazioni.

Come disdire il libro del mese?

Ci sono diverse modalità per rifiutare il libro del mese:

  • Cliccando su “Rifiuta il libro del mese” sotto alla foto del catalogo, sulla destra della pagina web (dovete prima aver effettuato il login). Se la procedura è andata a buon fine, riceverete una mail di conferma;
  • Telefonando al n. 0275429010;
  • Inviando una mail all’indirizzo clubdeglieditori@mondolibri.it;
  • Recandovi in una delle librerie del Club con la cartolina d’ordine precompilata (viene inviata insieme alla rivista);
  • Inviando la cartolina d’ordine compilata al numero di fax 0307772384 oppure all’indirizzo indicato sopra la stessa.

Il tutto entro la data indicata sul sito o dalla stessa rivista!

Altrimenti, come ho detto, i libri del mese vengono spediti e poi bisogna pagarli, renderli o scambiarli in una libreria (uno sbattimento).

Quali sono gli aspetti positivi e negativi dell’essere soci?

Prima di tutto, i libri sono molto scontati e le offerte sono davvero allettanti. Tenete presente che attualmente la legge italiana impone uno sconto massimo del 5% sui prezzi di copertina (15% con i testi scolastici), che può raggiungere il 20% solo una volta l’anno. Ciò include anche Amazon, inutile girarci attorno.

Il Club degli Editori si può permettere percentuali superiori di sconto perché è una realtà a parte, che ha stipulato degli accordi speciali con le più grandi Case Editrici. Non si tratta di un negozio, ma di un Circolo che propone titoli solo a chi ne fa parte.

Non solo, è molto semplice ordinare ed esistono numerosi canali, che accontentano un po’ tutti. Dal nonnino che ne fa parte dal 1960 e ancora preferisce ordinare per telefono, alla giovincella come me che apprezza la comodità di Internet.

Per disiscriversi basta inviare un modulo compilato, il cui fac-simile è scaricabile dallo stesso sito, utilizzando uno dei canali per fare l’ordine (indirizzo, mail e fax).

Il resto è spiegato molto chiaramente nella pagina del Club, cliccando qui.

Detto ciò passiamo alle note dolenti. Dopo mesi che ne faccio parte, devo dire onestamente cosa non mi piace e secondo me andrebbe migliorato.

Prima di tutto, nel sito manca completamente la sezione degli ordini. Al momento non esiste uno storico dei libri acquistati e spediti. Un po’ frustrante la cosa, soprattutto quando bisogna tener conto del numero di ordini annuali, oppure per capire se il pacco è stato spedito (non viene recapitata una mail quando ciò avviene).

Quest’ultima è un’altra nota dolente. Poiché si servono delle Poste, uno dei servizi peggiori a parer mio, i pacchi non sono tracciati e impiegano delle settimane per giungere a destinazione. Sì, avete capito bene: SETTIMANE! Perciò, mentre state aspettando i libri del mese prima, già dovete scegliere quelli del successivo. Per dire, ancora aspetto l’ordine di settembre…

Un’altra lamentela che ho letto nei social è che vengono sempre proposti libri sconosciuti. Mmmh…Nì. È vero che su 150 titoli i best-seller appartengono ad una percentuale molto ridotta, ma ci sono eccome. Questo mese, per esempio, ho trovato Fu Sera e Fu Mattina di K. Follett, Cambiare l’Acqua ai Fiori di V. Perrin e la Saga dei Florio di S. Auci, solo per citarne alcuni.

C’è anche da dire che, considerando il nome e lo scopo del mio blog, ho una predilezione per i romanzi sconosciuti, quindi la questione non mi tocca più di tanto.

Ma se vi piace leggere i titoli del momento, iscrivendovi al Club degli Editori potrete sicuramente risparmiare rispetto ai normali prezzi di copertina presenti nelle librerie.

Spero di aver chiarito i dubbi più atroci con questo articolo 🙂

Alla prossima!

Julia