Addio, a domani – S. Efionayi

Diversi mesi fa mi ricordo che era stato pubblicato un post di recensione su un gruppo di lettori, dove si parlava del grande classico Il buio oltre la siepe di H. Lee, considerato da tutti uno dei pilastri fondamentali per quanto riguarda la denuncia al razzismo.

È anche vero che il racconto dell’autrice risale agli anni Cinquanta e Sessanta, un bel po’ di decenni fa: di conseguenza alcune persone hanno anche smesso di prenderlo in considerazione, come un utente che proprio sotto a quel post aveva commentato dicendo che ormai si trattava di un testo superato, appartenente ad un periodo storico troppo lontano per potersi immedesimare.

Il problema è che il razzismo ha solo mutato forma, ma rimane sempre presente, come un tarlo che consuma tutti gli strati sociali di una qualsiasi società che vuole considerarsi civile.

La testimonianza di Sabrina Efionayi non ha scuse per passare inosservata: lei è una ragazza con una storia struggente, cresciuta in mezzo a più mondi, senza mai riuscire ad indentificarsi pienamente in nessuno di questi. Da una parte c’è quello della famiglia biologica, con una mamma nigeriana costretta a prostituirsi, mentre il padre compaesano ha persino rifiutato di riconoscerla (il cognome le è stato dato da un caro amico).

Dall’altra abbiamo una famiglia napoletana che prende a cuore la situazione, a tal punto da acconsentire a crescere quella bambina come se fosse una figlia.

Sabrina non perde legami con nessuno e col tempo cerca la sua identità indagando ovunque, ma senza riuscire mai ad inserirsi: fra gli italiani è troppo scura come aspetto, fra gli africani è troppo bianca nel comportamento.

Ciò che ho letto nella sua biografia Addio, a domani è un costante tentativo di assecondare le aspettative altrui, chiudendo sé stessa in un’ostinata discrezione. Quando parla dice alle persone ciò che vogliono sentirsi dire, frasi studiate per non offendere la mamma biologica che la vorrebbe più in linea con il carattere estroverso africano o per non alimentare la paura di perderla da parte della madre adottiva Antonietta.

Ma Sabrina ha tanto da dare. È una ragazza molto intelligente e la sua capacità di scrittura la si evince già da queste poche pagine, dove cerca di raccontare la sua storia e quella della madre Gladys dall’esterno, per poi terminare con una considerazione riguardo al razzismo di oggi.

Ora, pensi che Il buio oltre la siepe sia ormai superato perché al giorno d’oggi non si fanno più processi a persone solo per il colore della pelle?

Beh, allora leggi la testimonianza di questa ragazza e poi ne riparliamo.

Voto 5/5!

“Get up, Gladys. You’re a woman. You’re a black woman in a country where we are nothing. In a country like this, in a world like this, you have to be a woman twice. All you have to do as a woman, all the pain and all the love, you have to fight for it, twice. Cause you’re a black woman.” Addio, a domani di S. Efionayi

3 pensieri riguardo “Addio, a domani – S. Efionayi

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