Le sorelle Donguri – B. Yoshimoto

Quando ci sono periodi un po’ difficili e carichi di preoccupazioni, ognuno di noi cerca un modo per distrarsi: chi fa sport fino allo sfinimento, chi esce con amici e chi come me inizia a leggere NO STOP per riempire la testa di storie che non ci appartengono.

Settimane fa mi è capitato di passare in libreria e se c’è una cosa alla quale non riesco proprio a resistere sono quelle favolose offerte del tipo “Prendi 2 e paghi 9,90“.

Il problema è che molte volte scorrendo le copertine non trovo gran che di interessante, soprattutto quando afferro qualche volume e leggo la trama; quindi, in tempo zero mi allontano un po’ delusa.

L’ultima volta, invece, sono stata travolta dalla voglia di shopping e ho deciso di comprare qualcosa, fra cui Le sorelle Donguri di Banana Yoshimoto.

Premetto che all’inizio non mi entusiasmava l’idea di approcciarmi ancora a questa autrice: avevo letto Kitchen mesi fa e, a dispetto delle recensioni entusiaste presenti nel web, non mi aveva fatto impazzire. Cliccando qui, potete trovare la recensione.

Insomma, ho voluto fare un altro tentativo e sono rimasta molto contenta. Certo, è evidente che Le sorelle Donguri è un’opera più matura rispetto alla precedente, dove ritorna comunque il tema della morte (mamma, che ansia!) con conseguente lutto, ma lo fa in maniera così delicata, da diventare estremamente poetico.

In questo romanzo le protagoniste sono Donko e Guriko, due sorelle diversissime che dopo una serie di lutti che iniziano con la morte dei genitori in un incidente, possono contare solo l’una sull’altra. Decidono di aprire una sorta di sito di ascolto, dove la gente invia mail per sfogarsi sulla qualunque e loro rispondono dando conforto.

Un giorno Guriko sogna Mugi, il suo primissimo amore che non vede da anni, e decide di andare a cercarlo, trovando il coraggio di uscire dalla sua clausura: Guriko, infatti, è una ragazza molto introversa e di rado si concede svaghi, al contrario della sorella.

La storia ha un ritmo molto lento, senza particolari colpi di scena e potrebbe risultare noioso. Il grosso della narrazione riguarda l’analisi introspettiva di Guriko, che ricorda il suo percorso travagliato, il senso di solitudine che l’ha portata ad ammalarsi e il desiderio di cambiare pur non avendone il coraggio.

La storia d’amore fra lei e Mugi, così surreale e delicata, è stata una delle più toccanti che abbia mai letto. Secondo me era poesia pura, così come tutte le similitudini e metafore utilizzate nell’intero romanzo, a metà fra la realtà e il sogno di Guriko.

Per i teneroni inside come me, che da fuori sembrano sempre dei T-rex nevrotici e arrabbiati, è il libro ideale che fa sognare e riflettere, lasciando comunque un po’ di amaro in bocca.

Attenzione: non è la classica storia d’amore! Basta, non dico altro…

Voto 5/5.

“Quando non si esce in casa per tanti giorni, nella nostra testa il mondo diventa a poco a poco più grande di quello reale. Senza che ce ne accorgiamo, le nostre fissazioni prendono il sopravvento. Allora si deve uscire per ristabilire le proporzioni – questo è quello che faccio sempre. Farsi da parte, recuperare le energie. O così o si finisce per soccombere. La minaccia non viene dall’esterno: è la nostra parte più intima che rischiamo di perdere di vista. E se questo accade, le persone intorno a noi percepiranno il nostro spaesamento e il loro atteggiamento nei nostri confronti cambierà.” Le sorelle Donguri, B. Yoshimoto

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