Harry Potter e i Doni della Morte – J. K. Rowling

Per molte persone, fra cui me, il periodo autunnale/invernale può voler dire solo tre cose:

  • Copertina da divano;
  • Bevanda calda;
  • HARRY POTTER!

Anche se quest’anno il clima non sta facendo molto la sua parte: le piante sono ancora prevalentemente verdi, si sente aria di primavera e c’è gente che sta andando al mare.

Insomma, fatico a credere che tra meno di due mesi sarà già Natale.

Comunque, tralasciando il problema del cambiamento climatico, che meriterebbe lo spazio e le sedi opportune, torniamo al punto Harry Potter, perché finalmente dopo innumerevoli mesi ho finito di leggere la saga.

**Avverto che ci saranno delle anticipazioni sul finale da qui in poi**

Dunque, con i Doni della Morte siamo al settimo anno di scuola e la situazione del mondo magico è piuttosto critica: Lord Voldemort diventa sempre più potente, fa strage di Babbani e di Nati Babbani, raccogliendo anche un esercito costituito da creature poco raccomandabili, come i licantropi.

Harry e i suoi amici ce la mettono tutta per sconfiggerlo, principalmente andando alla ricerca degli Horcrux, ma la morte di Silente ha lasciato più domande che risposte e le piste da seguire sembrano piuttosto confuse.

È inutile dirvi che la storia narrata dal libro per certi versi è molto diversa da quella del film, anche se alcuni episodi sono stati riportati quasi fedelmente. Il problema è che se si guardano solo i lungometraggi restano in sospeso tante domande, fino a rendere alcuni avvenimenti del tutto incomprensibili: come hanno fatto a trovare Harry e i suoi amici nel bosco? Perché Aberforth ce l’aveva tanto con il fratello? Da dove arriva la Pietra della Risurrezione nascosta nel boccino? Chi sarebbe questo R.A.B che ha sostituito il Medaglione di Serpeverde? Ecc.

Uno degli aspetti che mi sono piaciuti di più è la profondità del personaggio di Silente. Sì esatto, Silente, non Piton come ritengono in moltissimi.

Questo perché se fino ad ora abbiamo visto il classico vecchio saggio stile Mago Merlino, qui scopriamo un passato travagliato e delle debolezze umane che lo rendono molto più realistico e interessante. Ci rendiamo conto anche che dietro a quel sorriso serafico nascondeva dei lati oscuri, fino ad apparire un vero e proprio calcolatore nei ricordi di Piton.

E a proposito di quest’ultimo, ho letto spesso commenti che elogiavano la sua caratterizzazione per lo stesso discorso del Preside. Personalmente, ho avuto l’impressione che il cambio di personalità sul finale fosse una sorta di forzatura di trama, il tentativo di inserire un ulteriore colpo di scena e attribuire anche a lui una parte buona. Certo, capisco che il senso sia: la gente non nasce cattiva di suo, ma lo diventa, però Piton era proprio una persona sgradevole, che se la prendeva con chi era più debole come Neville, per sentirsi meglio con se stesso.

Di contro, l’evoluzione di altri è anch’essa degna di nota, come lo stesso Neville che si rivela sempre più coraggioso, andando a ripercorrere le orme incompiute dei genitori, oppure Percy che finalmente si sveglia dalla sua idiozia.

Comunque, anche se ormai i film li so a memoria, la lettura della saga non mi ha annoiata affatto e mi è proprio dispiaciuto finirla.

Inoltre, secondo me quest’ultimo volume è il migliore in assoluto: tralasciando il fatto che lo stile di scrittura mi piace perché scorrevole, penso che concluda degnamente una storia fantasy che ha fatto sognare grandi e piccini.

Prima di leggerlo avevo sentito da parte di molti criticare la fine di Lord Voldemort descritta nel libro in contrapposizione all’epicità del film; onestamente, mi è piaciuta di più la versione della Rowling, perché mi è sembrata più poetica e carica di significato. Il problema di questo mago malvagio, infatti, è sempre stata la sua arroganza, che l’ha spinto a sottovalutare i nemici scavandosi la fossa da solo. E difatti, ad ucciderlo è stata proprio la sua maledizione rimbalzata al mittente.

Forse sarà una di quelle rare volte in cui potrò decidere di riprendere in mano la saga in futuro, per fiondarmi di nuovo in questo mondo magico.

E per inciso, per me la storia finisce comunque qua, senza contare la Maledizione dell’Erede e l’orrido Animali Fantastici che sta deludendo così tanto al cinema, da mettere in dubbio il prosieguo delle riprese. Non che la cosa mi dispiaccia, sinceramente.

Voto 5/5.

“Non provare pietà per i morti, Harry. Prova pietà per i vivi e soprattutto per coloro che vivono senza amore.” Harry Potter e i Doni della Morte, J. K. Rowling

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