Acido solforico – A. Nothomb

E’ da un po’ che avevo in programma di recensire questo libro, ma fra una cosa e l’altra non sono riuscita a dedicare del tempo al mio blog. Negli ultimi anni, nella sezione dei libri fantascientifici ambientati in futuri distopici, troviamo dei celebri titoli che parlano di reality show cruenti, dove gli spettatori si divertono a vedere persone brutalmente uccise o torturate in arene giganti. C’è un titolo che lessi più di 10 anni fa, quando ancora non si parlava di Hunger Games, che mi ha colpita parecchio: Acido Solforico di Amélie Nothomb.

Rispetto agli altri dello stesso genere, non è famosissimo, ma per la satira tagliente presente nella storia, vale la pena di leggerlo. Ci troviamo in un periodo storico imprecisato, dove la gente impazzisce per un reality show dal nome controverso: Concentramento, proprio in ricordo della Shoah avvenuta durante la Seconda Guerra mondiale. Per le strade di Parigi, una troupe televisiva carica su camion piombati diversi concorrenti, che vengono poi deportati nel campo dove altri interpretano il ruolo di kapò. La vita di tutti si svolge sotto l’occhio vigile delle telecamere e il momento di massima audience arriva quando i telespettatori decidono l’eliminazione-esecuzione dallo show di un concorrente attraverso il televoto.

Il romanzo che consta di sole 136 pagine (quindi godibile in un pomeriggio), accosta un’aspra critica sociale ad una forma di scrittura scarna e schietta. La situazione è ridotta ad un estremo, ma ciò che vuole fare l’autrice è proprio colpire, spingere a riflettere su quanto ci sia di disgustoso nel mondo dei mass media, dove le sofferenze delle persone vengono strumentalizzate più per diletto che per protesta sociale. Pensate che sia qualcosa di esagerato? Io non credo. Quanti video esistono su YouTube, senza perdersi nell’antro del terribile Deep Web, dove alcune clip diventano virtuali nel momento in cui qualcuno dall’altra parte viene filmato mentre vive situazioni angoscianti: dalla gente picchiata, ad animali torturati. Non tutti quelli che guardano lo fanno per godere delle sofferenze altrui, ma c’è anche la curiosità a spingerle. Sarebbe giusto uguale? Che sia per semplice curiosità, o per appagamento di desideri psicotici, non si fa altro che dar credito a questo sistema malato. Dopotutto, sono le views che interessano, l’audience di un programma…a chi importa la ragione per la quale ti sei collegato a quel canale?

Per non parlare poi del fatto che quando si vede una scena shoccante, la prima cosa che viene in mente è quella di tirare fuori il cellulare e fare un filmato. C’è un tizio che si sta gettando sotto il treno? Facciamo un video. Un povero cagnolino viene torturato? Facciamo un video. Una donna viene violentata? Facciamo un video. Sembra che la gente sia convinta di vivere dentro al mondo di Truman: tutto ciò che accade non è reale, ma ciò che è importante è ottenere audience, la fama. Peccato che appena Truman ha scoperto di essere un oggetto di culto se n’è fregato della gente disagiata che lo venerava e ha deciso di vivere una vita più umana.

Pensate ancora che Concentramento sia tanto lontano dalla nostra realtà? Io no…

Grazie per aver letto l’articolo 🙂

Julia Volta

“Non si diventa innocenti per il semplice fatto di lavarsi le mani di una situazione.” Acido Solforico, A. Nothomb